Premesse
Nel settembre del 1954, l’allora quattordicenne Innocente Mapelli iniziò a lavorare presso una fonderia di Milano. Era la sua prima esperienza all’interno di quello che, successivamente, sarebbe diventato il suo “mondo”. Il giovane Mapelli cominciò così, come garzone, a imparare il mestiere, apprendendo le tecniche della tradizione metallurgica lombarda.
Le origini
Nel 1967, dopo avere maturato tredici anni di esperienza nel settore, Mapelli decise di mettersi in proprio e, nel 1968, avviò la sua impresa, la Fonderia Artistica Mapelli, specializzata nella realizzazione di sculture in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa. In principio, la fonderia non aveva una vera e propria sede: la cera – utilizzata per gli stampi delle opere – veniva lavorata in casa, i processi di cottura erano effettuati in un vicino cascinale e le statue, pronte per la consegna, stazionavano nel giardino, ricoperte con il cellofan. Negli anni successivi, grazie alla dedizione e alla competenza dimostrate, crebbe il numero di artisti – anche di grande rilievo – che apprezzava il lavoro della Fonderia Mapelli e che affidava la traduzione in bronzo delle proprie opere alle sapienti mani del suo fondatore e del fratello Giuseppe, la cui collaborazione era diventata indispensabile per far fronte a una quantità di lavoro in continuo aumento. L’attività germogliò e con lei, giorno dopo giorno, anche la soddisfazione di accogliere richieste sempre più complesse e importanti.
Il presente
Nel 1992, la fonderia venne trasferita nella sede che occupa tuttora, situata nella zona industriale di Cesate, Comune a pochi chilometri di distanza dalla periferia nord di Milano.
L’officina si trasformò così in un vero e proprio ʺcantiere d’arteʺ per statue di grandi dimensioni. Lo stabile, rimasto inalterato nel tempo, ha una superficie di 700 metri quadrati – che diventano 1000, considerando l’area esterna – e possiede soffitti di altezza superiore agli 11 metri. In questo ampio spazio, completo di strumentazioni all’avanguardia, è possibile lavorare a progetti di notevole grandezza.
La struttura è dotata di un carroponte, macchina in grado di sollevare e spostare le forme più pesanti, percorrendo tutto il perimetro della fonderia, e di forni programmati per fare “evaporare la cera” alle temperature prefissate, grazie a sofisticati meccanismi elettronici di controllo. Abbondanza di spazio e attenzione agli aspetti tecnologici accompagnano un altro punto di forza di questo laboratorio: un’area-studio, grande e particolarmente luminosa, che viene messa a disposizione dell’artista per modellare la sua opera. Da sempre, infatti, una particolare attenzione viene riservata al rapporto con gli artisti che si avvalgono dei servizi della fonderia e che, se lo desiderano, possono creare al suo interno il bozzetto, monitorare tutte le fasi di lavorazione dell’opera e intervenire a ogni passaggio per apportare le modifiche necessarie al fine di ottenere il risultato aspettato.
L’amore per la fusione, il tempo dedicato a perfezionare ogni singolo passaggio della lavorazione per ottenere un prodotto finale della massima qualità e la cura per i più piccoli dettagli rappresentano gli ingredienti fondamentali della ʺricettaʺ Mapelli.
Queste caratteristiche, unite al rapporto di fiducia e stretta collaborazione instaurato con ciascuno scultore, hanno reso la fonderia più di una semplice officina. Alcuni artisti amano definirla una vera e propria ʺscuola di formazioneʺ: molti collaboratori, infatti, dopo aver acquisito la tecnica della fusione e aver fatto esperienza alla Fonderia Artistica Mapelli, si sono impegnati a replicare questo modello, dando vita a una fonderia propria.
Il futuro
La forte passione che ha caratterizzato fin dall’inizio il percorso di Mapelli ha contagiato i due figli, diventati oggi una componente essenziale dell’officina. Andrea, il primogenito, dopo gli studi superiori, si è specializzato nelle attività che caratterizzano le fasi iniziali del processo produttivo: è lui a curare i calchi, le cere, la cottura e la fusione delle creazioni.
Massimo, il secondogenito, segue invece i passaggi finali: la patinatura, la posa in opera e la consegna. Anche loro, come il padre, sono fieri di affermare ʺl’ho realizzata ioʺ, riferendosi a ciascuna delle opere d’arte forgiate nella loro fonderia: siano esse sculture di dimensioni ridottissime, complementi di arredo di design o monumenti che si stagliano imponenti nelle piazze di tutto il mondo.