Premesse
Nel settembre del 1954, l’allora quattordicenne Innocente Mapelli iniziò a lavorare presso una fonderia di Milano. Era la sua prima esperienza all’interno di quello che, successivamente, sarebbe diventato il suo “mondo”. Il giovane Mapelli cominciò così, come garzone, a imparare il mestiere, apprendendo le tecniche della tradizione metallurgica lombarda.
Le origini
Il presente
L’officina si trasformò così in un vero e proprio ʺcantiere d’arteʺ per statue di grandi dimensioni. Lo stabile, rimasto inalterato nel tempo, ha una superficie di 700 metri quadrati – che diventano 1000, considerando l’area esterna – e possiede soffitti di altezza superiore agli 11 metri. In questo ampio spazio, completo di strumentazioni all’avanguardia, è possibile lavorare a progetti di notevole grandezza.
La struttura è dotata di un carroponte, macchina in grado di sollevare e spostare le forme più pesanti, percorrendo tutto il perimetro della fonderia, e di forni programmati per fare “evaporare la cera” alle temperature prefissate, grazie a sofisticati meccanismi elettronici di controllo. Abbondanza di spazio e attenzione agli aspetti tecnologici accompagnano un altro punto di forza di questo laboratorio: un’area-studio, grande e particolarmente luminosa, che viene messa a disposizione dell’artista per modellare la sua opera. Da sempre, infatti, una particolare attenzione viene riservata al rapporto con gli artisti che si avvalgono dei servizi della fonderia e che, se lo desiderano, possono creare al suo interno il bozzetto, monitorare tutte le fasi di lavorazione dell’opera e intervenire a ogni passaggio per apportare le modifiche necessarie al fine di ottenere il risultato aspettato.
L’amore per la fusione, il tempo dedicato a perfezionare ogni singolo passaggio della lavorazione per ottenere un prodotto finale della massima qualità e la cura per i più piccoli dettagli rappresentano gli ingredienti fondamentali della ʺricettaʺ Mapelli.
Queste caratteristiche, unite al rapporto di fiducia e stretta collaborazione instaurato con ciascuno scultore, hanno reso la fonderia più di una semplice officina. Alcuni artisti amano definirla una vera e propria ʺscuola di formazioneʺ: molti collaboratori, infatti, dopo aver acquisito la tecnica della fusione e aver fatto esperienza alla Fonderia Artistica Mapelli, si sono impegnati a replicare questo modello, dando vita a una fonderia propria.
Il futuro
La forte passione che ha caratterizzato fin dall’inizio il percorso di Mapelli ha contagiato i due figli, diventati oggi una componente essenziale dell’officina. Andrea, il primogenito, dopo gli studi superiori, si è specializzato nelle attività che caratterizzano le fasi iniziali del processo produttivo: è lui a curare i calchi, le cere, la cottura e la fusione delle creazioni.
Massimo, il secondogenito, segue invece i passaggi finali: la patinatura, la posa in opera e la consegna. Anche loro, come il padre, sono fieri di affermare ʺl’ho realizzata ioʺ, riferendosi a ciascuna delle opere d’arte forgiate nella loro fonderia: siano esse sculture di dimensioni ridottissime, complementi di arredo di design o monumenti che si stagliano imponenti nelle piazze di tutto il mondo.