A partire dalla riproduzione in gesso, è necessario ottenere un calco in cera che consentirà di generare la scultura in bronzo.
Si procede rivestendo con l’argilla la statua in gesso. Lo strato di argilla, spesso circa un centimetro, si ricopre nuovamente di gesso. Il guscio di gesso, suddiviso in tasselli, viene spostato in modo tale da poter rimuovere l’argilla applicata in precedenza. Ricomposto il guscio di gesso intorno al calco, si crea uno spazio vuoto dove era presente l’argilla. In questa intercapedine viene versato un prodotto siliconico o una gelatina, materiale morbido che si appoggia sulla scultura e che ne prende la forma, riproducendo fedelmente l’opera in ogni dettaglio.
Si crea in tal modo un nuovo stampo negativo morbido che viene suddiviso a sua volta in tasselli, uguali a quelli che compongono il guscio esterno.
I tasselli della forma gelatinosa vengono spennellati nella loro superficie interna con la cera calda – in modo tale che quest’ultima crei uno strato uniforme – e rimessi in seno ai rispettivi tasselli del guscio di gesso. Si origina così un nuovo stampo negativo. La cavità interna del calco viene riempita con “terra fluida di fonderia”. Si tratta di un impasto friabile di terra rossa, gesso e acqua che, una volta solidificato, è in grado di resistere a temperature elevatissime: in forno non si deteriora e mantiene perfettamente la forma della scultura.
A questo punto, togliendo sia l’involucro di gesso che la gelatina, viene alla luce una statua con un cuore di terra refrattaria e un involucro di cera. Essa è ora disponibile per eventuali ritocchi da parte dell’artista o dello stesso fonditore per meglio definire le forme.
L’estrema duttilità della cera consentirà di conseguire il modellamento desiderato, grazie ad appositi utensili riscaldati.